A seguito di una inopportuna modifica apportata dal Senato Accademico nell’estate del 2023 allo statuto di cui al Decreto Rettorale 23 marzo 2012, n. 562, in ottemperanza della legge Gelmini 30 dicembre 2010, n 240, l’Università della Calabria in un periodo in cui tradizionalmente, alla scadenza del mandato del Rettore, si svolgeva il semestre bianco, a partire dal 1° maggio per eleggere il nuovo rettore, si è dotata, in un tempo di 41 giorni, dei nuovi direttori di dipartimento, penalizzando di due mesi in meno il periodo di “vacatio” destinato alla scelta del nuovo nocchiero dell’Ateneo che dovrà rimanere in carica per sei anni 2025/2031.
( nella foto in apertura la Prof.ssa Maria Mirabelli, direttrice del dipartimento Culture, Educazione e Società )
Tutto si poteva immaginare per una degna celebrazione del 50° anniversario (non celebrato) del primo anno accademico 1972/1973, tranne che un Senato Accademico, senza storia e memoria, presieduto dal Rettore Nicola Leone, arrivasse in piena estate 2023, privo del conforto del Comitato di Coordinamento e Programmazione, previsto dall’art. 4 dello Statuto DPR 1° dicembre 1971, n. 1.329, a modificare quanto stabilito dal terzo Statuto emanato, come sopra riportato, nel 2012, rettore Latorre.
Nel silenzio e nella riservatezza assoluta i dipartimenti in 41 giorni hanno scelto i nuovi direttori che sono: Franco Rubino, dipartimento scienze giuridiche e aziendali; Fabrizio Greco, dipartimento Ingegneria Civile; Berardino Sciunzi, dipartimento di matematica informatica; Vincenzo Pezzi, dipartimento di farmacia e scienze della salute e della nutrizione; Raffaele Perrelli, dipartimento di studi umanistici; Salvatore Straface, dipartimento di ingegneria dell’ambiente; Anna Maria Napoli, dipartimento di Chimica e tecnologie chimiche; Francesco Valentini, dipartimento di fisica; Stefano Curcio, dipartimento ingegneria informatica, modellistica, elettronica, sistemistica; Ercole Giap Parini, dipartimento Scienze Politiche e Sociali; Maurizio Muzzupappa, dipartimento di ingegneria meccanica energetica e gestionale; Mauro Francesco La Russa, dipartimento biologia ecologia scienze della terra; Francesco Aiello, dipartimento di economia statistica e finanza; Maria Mirabelli, dipartimento di culture, educazione e società.
Saranno i primi direttori di dipartimento dell’UniCal che si insedieranno il prossimo 1° novembre come il rettore, che rimane con mandato unico di sei anni, mentre loro potranno stare in carica con mandato quattro più quattro ottenuto “per grazia ricevuta”. C’è chi pensa per la legge sull’autonomia universitaria (legge 9 maggio 1989, n. 168), per la quale è stato possibile effettuare la modifica dello statuto e poi per la scarsa chiarezza della legge 30 dicembre 2010, n.240 (Gelmini), che non ha parlato della durata del mandato dei direttori di dipartimento, ma solo del mandato del senato accademico con durata quadriennale rinnovabile una sola volta.
Nel dare notizia della loro elezione in tutti i comunicati stampa è stata sottolineata la durata del mandato di quattro anni 2025/2929 giustificabile dal fatto che il mandato doveva coincidere con il mandato dei senatori.
Storicamente i direttori di dipartimento nei primi 25 anni di vita dell’Università hanno avuto un mandato di due anni rinnovabili fino all’entrata in vigore del secondo statuto, di cui al Decreto Rettorale 28 febbraio 1997, scaturito a seguito della legge di riforma universitaria Ruberti 9 maggio 1989 n. 168, che portò la durata del mandato a tre anni rinnovabili; mentre quella del Rettore e dei Presidi di Facoltà passò da tre anni a quattro anni rinnovabili.
Nel 2010 con la legge del Ministro Gelmini 30 dicembre 2010, n. 240, cambiano le regole. Per il Rettore si prevede un unico mandato di sei anni, scompaiono le Facoltà e si impone un accorpamento dei dipartimenti, senza dare indicazioni sulla durata del mandato per il direttore, che per l’Università della Calabria da 21 scendono a 14.
La legge prevede per la prima volta una durata di mandato di quattro anni rinnovabili per il Senato Accademico e per il Consiglio di amministrazione; mentre i Rettori delle Università italiane nei loro rispettivi statuti che ne susseguono, compreso quello dell’UniCal, riposizionano la durata del mandato a tre anni rinnovabili nel rispetto paritario del mandato del rettore.
Prof.ssa Anna Maria Napoli, Direttrice Dipartimento di Chimica e tecnologie Chimiche
Se le modifiche dello statuto, di cui al Decreto Rettorale 3 agosto 2023, n. 1119, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 189 del 14 agosto 2023, sono state deliberate dal Senato Accademico per non contrastare il rettore impegnato nell’ambito della Conferenza dei Rettori delle Università italiane (Crui) a far modificare la legge Gelmini relativo al mandato del rettore, portandolo da un unico di sei anni a due di quattro più quattro e respinto dallo stesso Organismo accademico italiano, tutta l’impalcatura cade automaticamente e quindi i mandati dei direttori di dipartimento non possono essere di quattro più quattro, bensì di tre rinnovabile per una sola volta. Al di là degli effetti di legge prevarrebbe una posizione ibrida facilmente giudicabile, che si abbatterebbe sugli stessi direttori, quanto penalizzerebbe l’effetto immagine della stessa Università.
Dalle votazioni, nelle quali corre voce che ci sono state anche delle schede bianche, emerge un quadro abbastanza chiaro, dove la donna (due elette appena) viene schiacciata dalla presenza maschile con dodici eletti. Una dimostrazione che l’UniCal di oggi non sa dialogare al suo interno e non riconosce l’evoluzione delle sorti del mondo, per la quale è in corso un dibattito ed auspici, per dare maggiore valore al ruolo femminile. Finanche Papa Francesco ne ha inserito alcune negli ambienti Vaticani esprimendo pensieri di profondo valore a sostegno delle donne. l’UniCal non si può sottrarre a questa sfida in quanto di donne valide e brave ce ne sono e come ! Da una lettura attenta, per quanto è accaduto in queste elezioni sui direttori di dipartimento si può pensare facilmente che l’Università della Calabria attuale non è “coraggiosa” e non ama essere in “Vetrina”, almeno per le vicende di gestione amministrativa.
Franco Bartucci