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Il prof. Franco Rubino, già preside della Facoltà di Economia, nel quadriennio antecedente l’approvazione della legge di riforma universitaria Gelmini del 2010, nonché attuale direttore del dipartimento di scienze aziendali e giuridiche dell’Università della Calabria, ha annunciato la sua candidatura a Rettore dell'Unical.

( nella foto in apertura il Prof. Franco Rubino che risponde alle domande dei giornalisti )

Riconfermato nelle recenti votazioni, svoltisi nella stessa Università per la scelta dei nuovi 14 direttori di dipartimento, per un quadriennio accademico 2025/2029, dopo la pubblicazione del documento che annunciava la sua candidatura a prossimo Rettore dell’Ateneo di Arcavacata per il sessennio 2025/2031, si è ufficialmente presentato, tramite una conferenza stampa svoltasi presso il bar “Il Cubo”, ubicato nei pressi del centro congressi “Beniamino Andreatta, nel corso della quale ha presentato il suo programma, con una buona partecipazione di studenti, ricercatori e docenti dello stesso Ateneo, nonché, come ovvio, di giornalisti.

Da una giusta premessa a chiarimento della sua lettera documento di presentazione ha tenuto a precisare che si augura una campagna “civile e democratica” assicurando che non risponderà a critiche personali.

Dopo aver espresso parole di apprezzamento nei confronti del rettore uscente che è riuscito a mantenere i conti in ordine ha tenuto a precisare che si candida per proseguire il percorso di eccellenza iniziato da Leone. “Quello che non ho condiviso – ha detto - è la visione di governance, che deriva dalla riforma Gelmini, ma che si poteva in qualche modo arginare”.

“La riforma Gelmini, ha spiegato Rubino, ha favorito un modello di governance verticistico, i cui poteri sono accentuati nelle mani del Consiglio di amministrazione che viene nominato e così fu stabilito nello statuto dell’Università della Calabria emanato nel 2012 dopo l’entrata in vigore della legge Gelmini nel 2010; mentre basta guardare altri statuti delle Università italiane che confermarono la metodologia elettiva”.

Non è stato solo questo l’errore commesso dalla commissione preposta alla composizione del terzo statuto post legge Gelmini dell’UniCal. C’è ad esempio l’abrogazione del Comitato di Coordinamento e programmazione, che in base agli articoli 3 e 4 del primo Statuto DPR 1° dicembre 1971, n. 1329, aveva il compito di programmare le attività didattiche e scientifiche e dello sviluppo dell’Università, il quale aveva tra l’altro il mandato di sottoporre agli organi competenti dell’università (Senato Accademico e Consiglio di amministrazione) le proprie elaborazioni e proposte. Il Comitato infatti predisponeva anche piani pluriennali di sviluppo dell’università e redigeva un rapporto annuale sullo stato della didattica e della ricerca. Il Comitato era costituito dai direttori dei dipartimenti e dagli incaricati di settore ed era presieduto dal rettore.

Il Prof. Franco Rubino, intervistato dai giornalisti

Con la funzionalità di tale organismo per circa 40 anni l’Università della Calabria ha avuto una gestione realmente democratica e partecipativa grazie anche alla commissione didattica di Ateneo, la commissione per l’orientamento e il sostegno degli studenti, anche queste abrogate insieme alla chiusura delle Facoltà. Per non parlare poi del sistema di autogestione del Centro residenziale che aveva un proprio consiglio di amministrazione. Pensate che l’art. 7.4 del secondo Statuto del 1997, che si attribuisce al Rettore Giuseppe Frega, per le modifiche di Statuto, proposte dal rettore, dovevano passare dall’approvazione del senato accademico, del consiglio di amministrazione, del centro residenziale, delle Facoltà e dei dipartimenti.

Un errore gravissimo commesso dall’apposita commissione preposta alla scrittura del terzo statuto del 2012, del quale ne ha parlato il prof. Franco Rubino nel suo intervento avendone pure fatto parte, alla luce di quanto è accaduto negli ultimi sei anni con la gestione del rettore Leone, in cui tutto è stato concentrato su decisioni del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, entrambi presieduti dal rettore.

Come un errore gravissimo fu commesso dalla commissione preposta a redigere il secondo statuto, di cui al decreto rettorale 28 febbraio 1997, per effetto della legge Ruberti 9 maggio 1989, n. 168, che pose fine alla commissione di collegamento con gli enti esterni, alla quale con lo Statuto Andreatta, DPR 1° dicembre 1971, n. !329, attraverso l’art. 6 veniva affidato il compito di promuovere un rapporto permanente con la società calabra grazie alla sua composizione. Per tale commissione venivano previsti rappresentanti dell’università, del consiglio della regione, di enti pubblici e di associazioni sindacali e di categoria, regolarmente presieduta dal rettore. La commissione aveva il compito di proporre piani di ricerca ed iniziative interessanti lo sviluppo sociale e culturale del Mezzogiorno e della Regione e promuovere all’uopo la stipulazione di contratti e convenzioni fra l’università ed enti pubblici e privati.

Immaginate l’utilità di questa Commissione di fronte ad interventi politici che sono stati affrontati nell’arco degli ultimi tre anni, a cominciare dall’aborto della città unica che con l’esclusione di Montalto Uffugo tranciava in due il progetto dell’Università; per non parlare del completamento strutturale (magari con fondi PNRR) della stessa Università, collocata tra la Statale 107 Crotone, Cosenza, Paola e l’asse ferroviario Sibari-Cosenza-Paola con stazione proprio a Settimo di Montalto Uffugo, nodi principali di collegamento per il disegno della “Grande Cosenza”, con al centro il centro propulsore dell’UniCal e della sua area unica, la quale favorirebbe la scelta di realizzazione del percorso dell’Alta Velocità con la individuazione del tracciato interno Praia/Tarsia/Cosenza/Lamezia.

Tornando alla conferenza stampa del prof. Franco Rubino abbiamo colto cinque punti di un programma intenso che può costituire una discontinuità rispetto ai sei anni del rettorato Leone e creare stimoli nuovi per la seconda parte del primo secolo della stessa università nel quale è già entrata da quattro anni.

Allora entriamo nei cinque punti del programma predisposto dal prof. Franco Rubino per il suo rettorato:

1) sanare gli squilibri originatisi all’interno dell’Ateneo tra i Dipartimenti, al fine di garantire una crescita armoniosa di tutte le aree scientifiche coinvolte nella vita accademica;

2) riportare tutti i Dipartimenti alla base di un modello gestionale che sia “dal basso verso l’alto” (bottom up), in maniera che tutta la comunità universitaria possa dare il proprio contributo alle decisioni finali che verranno prese dalla Governance di Ateneo;

3) porre al centro la “persona”, sia essa un docente, un membro del personale tecnico-amministrativo, uno studente, un ospite;

4) essere inclusivo, sostenendo un indirizzo orientato ad una forte interdisciplinarietà, tanto nella didattica quanto nella ricerca, che possa condurre ad uno sviluppo ancora maggiore nel territorio e possa favorire non solo il rientro dei cervelli, ma anche la “restanza”;

5) mettere in campo tutte le azioni possibili per proiettare l’Unical verso traguardi sempre più ambiziosi non solo nazionali, ma anche e soprattutto in riferimento ai ranking mondiali, investendo ancora di più nel processo di internazionalizzazione, in considerazione del fatto che, ormai, si è tutti cittadini del mondo.

Sono percorsi e programmi necessari che impongono comunque al nuovo rettore di ritornare a modificare lo statuto dell’Ateneo, considerando con attenzione l’inserimento di quegli organismi previsti negli statuti precedenti, oggetto di presentazione in questo servizio a garanzia di uno spirito ed azione democratica, ed abrogati; come dare valore alle funzioni dei dipartimenti ritornando alla durata del mandato triennale rinnovabile per una sola volta ed essere in pari durata con quella del rettore di sei anni. 

Franco Bartucci


Editoriale del Direttore