L'azione combinata fra due anni di pandemia e l'inflazione dovuta alla guerra in Ucraina hanno determinato condizioni di crisi molto gravi.

Da un recente studio condotto dalla Coldiretti sono ben 2.600.000 coloro i quali, in Italia, non riescono più a garantirsi il cibo quotidiano. Ben 2.600.000 i poveri assoluti. Una sacca di povertà enorme. E tra questi ben 538.423 sono bambini dai 0 ai 15 anni, 299.890 sono anziani e 31.846 sono disabili. Inoltre sempre all'interno del nuovo esercito dei poveri ben 81.963 sono i senza dimora. Si tratta di cifre mai viste e sono la chiara indicazione che a pagare la crisi, l'inefficienza della politica e tutto il marasma di un Paese che barcolla sempre più sono le fasce deboli del Paese. Sono gli ultimi.

La nuova povertà che nel Paese cresce a dismisura

 

A nulla servono gli annunci, le solite chiacchiere e i sermoni di coloro i quali fanno parte delle categorie sociali forti e tutelate. I politici, gli imprenditori, gli alti burocrati sono sempre più lontani dalla vita reale. Il ceto forte è sempre più tutelato e sempre più ricco, il ceto medio tende a scomparire e la massa povera aumenta senza sosta giungendo, nella sua parte più disperata, oramai ad un vero esercito che non ha più nulla di nulla e che vive di aiuti alimentari, sempre più spesso frutto di puro volontariato e non certamente di aiuto da parte dello Stato. Fra i nuovi poveri - si afferma nello studio della Coldiretti - vi è chi ha perso il lavoro, spesso anche marito e moglie che hanno perso il lavoro entrambi. Si tratta di tanti che finora non avevano mai vissuto un momento così difficile. Su tali cifre si basa l'appello lanciato dal Presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, che si rivolge alla Pubblica Amministrazione per aprire i bandi "per poter acquistare alimenti di base made in italy da consegnare agli indigenti". La Coldiretti è impegnata anche attraverso delle gare di solidarietà con l'iniziativa "La spesa sospesa" che viene praticata nei mercati degli agricoltori di "Campagna Amica". E la crisi fortissima che vive il mondo dell'agricoltura per l'aumento dei costi energetici e di alcune materie prime non promette nulla di buono. E' già in atto nel settore un forte rischio dell'occupazione. Necessita quindi una forte azione di governo di sostegno al settore. Servono fatti concreti. Non è più il tempo degli annunci e delle chiacchiere, tanto care alla casta oligarchica dei politici. Il mondo reale è in sofferenza. E' tempo di alzarsi le maniche e lavorare sodo. Altrimenti il futuro potrebbe essere sempre più denso di nubi e, inevitabilmente, potrebbero nascere anche in Italia, popolo abituato a soffrire in silenzio e nella rassegnazione, momenti di protesta e di sommovimento sociale.

Redazione