Carlo Calenda, leader di "Azione"

Oramai la politica è divenuta un qualcosa di incomprensibile dove si può dire di tutto e di più con contraddizioni tanto paesi da destare meraviglia e stupore.

Infatti il leader di "Azione", Carlo Calenda, che con "Italia Viva", il partitino di Matteo Renzi, formano il cosiddetto "Terzo Polo", evidentemente molto amareggiato del risultato ottenuto dalla sua lista in Lombardia, un misero 4,25% ed il risultato ottenuto nella sua regione, il Lazio, il 4,87%, ha affermato candidamente che non sempre il popolo ha ragione e che chi ha votato il centrodestra ha sbagliato a votare.

Matteo Renzi, leader di "Italia Viva"

Un pensiero lontano mille miglia dall'accettazione della volontà popolare che è il sale ed il pilastro della democrazia.

In questo contesto e con tali affermazioni sono piovute su Calenda numerose critiche ma lo stesso Calenda evidentemente dimentica che vi è una Regione dove alcuni consiglieri che hanno aderito al suo partito sono alleati con il centrodestra e fanno parte della maggioranza che governa la Regione stessa.

Si tratta, ovviamente, della Calabria dove i consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi hanno aderito ufficialmente ad "Azione" rimarcando la loro fedeltà al centrodestra dove vennero eletti.

Il consigliere regionale di "Azione", Francesco De Nisi

Giuseppe Graziano nella lista dell'Udc e Francesco De Nisi nella lista di "Coraggio Italia", un piccolo partitino fondato dal Sindaco di Venezia, Giuseppe Brugnaro, già quasi scomparso ancor prima di nascere.

Senza dimenticare che almeno altri due consiglieri regionali sarebbero in procinto di aderire al partito di Carlo Calenda.

Ma considerato il flop elettorale del partito stesso in Lombardia e nel Lazio e le improvvide uscite dello stesso Calenda non è detto che i consiglieri che ancora non hanno aderito non ci ripensino.

E lo stesso governatore, Roberto Occhiuto, che in molti indicano come il regista "occulto" dell'operazione politica, analizzati i risultati elettorali, potrebbe fare marcia indietro e non interessarsi più della vicenda.

 

Inoltre il peso sempre più determinante di Fratelli d'Italia che conquista ben 22 consiglieri regionali nel Lazio e altrettanti 22 consiglieri regionali in Lombardia, confermando il ruolo trainante del centrodestra, oramai più giustamente da definire destra + un piccolo centrino ( Forza Italia) potrebbe convincere i dirigenti dl partito della Meloni in Calabria ed, in primis, la coordinatrice regionale, la sottosegretaria Wanda Ferro, a chiedere al Governatore Occhiuto una ridefinizione delle deleghe affidando a Fratelli d'Italia il ruolo che gli compete.

 

La sottosegretaria agli Interni, On. wanda Ferro, con Giorgia Meloni

 

Intanto nell'attesa sono sempre più numerosi coloro i quali in Fratelli d'Italia, anche se ufficialmente silenti, esprimono forte scontentezza nei confronti della sottosegretaria Wanda Ferro che da coordinatrice non ha certamente brillato per attivismo, essendo molto impegnata nel ruolo delicato ed importante di sottosegretario agli Interni e che attendono, fiduciosi, che la stessa Wanda Ferro lasci il ruolo di coordinatrice regionale ad altri che possono esercitarlo a tempo pieno.

Non si può sottovalutare il fatto che  le deleghe più importanti siano tutte saldamente in mano al Governatore Roberto Occhiuto, anche commissario ad acta per la sanità, che sarebbe più giusto chiamare "Imperatore" Occhiuto, nonostante il suo partito, Forza Italia, non sai più quello di un tempo. 

Mai nella storia della Regione Calabria dal 1970 ad oggi tanta concentrazione di potere nelle mani di un solo uomo.

Ma siamo un periodo in cui la destra vince e la concentrazione di potere nelle mani di un solo uomo è sempre stato il grande sogno di ogni militante profondamente di destra.

Sarà interessante vedere come finirà in Consiglio regionale la storia o la novella dei calendiani e del gruppo di Calenda.

Redazione