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Negli anni della guerra fredda e della strategia della tensione, termine che per la prima volta venne coniato dal settimanale inglese “The Observer” pochi giorni dopo la strage di Piazza Fontana nel 1969, l’obiettivo principale era quello impedire che il Pci potesse andare al governo e qualsiasi mezzo atto a contrastare tale eventualità era lecito, considerando il ruolo strategico dell'Italia, paese alla frontiera del blocco comunista orientale e paese al centro del Mediterraneo.

Ogni anno il 21 marzo, primo giorno di primavera, l'Associazione Libera celebra la “Giornata della memoria e dell'impegno” in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. e nell'occasione di questa giornata la redazione de "La Voce Cosentina.it" vuole ricordare la storia dei tanti giornalisti che per amore della verità vennero uccisi dalle mafie.

La libertà dell'informazione e soprattutto di quell'informazione impegnata a far crescere la cultura della legalità e che da sempre è sottoposta a continui tentativi di controllo e censura, ripropone il dilemma di difendere ad oltranza il ruolo reale che il giornalismo assurge nella eterna lotta per la verità.

Premessa: Sono trascorsi esattamente ben trenta anni da quando venne proposta la costituzione di una lega giovanile per combattere la mafia. Proposta che venne accolta oltre che con con diffidenza ed ostilità anche con ilarità e derisione.

Editoriale del Direttore