Chiamami col tuo nome è un romanzo di André Aciman che vede due protagonisti intrecciarsi in una storia d'amore travagliata e complessa. Elio e Oliver, due menti evolute e intelligenti, senza freni, ma con tantissima paura che governa le loro anime. Oliver è un ragazzo adulto che dovrà trascorrere in Italia l'estate seguito dal padre di Elio, noto avvocato e rispettabile docente universitario, nella villa di famiglia. Sin dall’inizio, mediante la scrittura ardita di Aciman, si intravedono i segnali di un nodo inestricabile che diventerà poi amore puro, disinteressato, smisurato. L'incontro di due anime che si perderanno per sempre in un legame simbiotico, ma caduco. Le loro giornate saranno immerse in discorsi infiniti sulla nostalgia e su Proust, sul tempo e su Eraclito, sull'arte e su Van Gogh. E poi, tutto a un tratto, il nodo sarà brutalmente sciolto. Reciso. Oliver andrà via ed Elio resterà solo col suo dolore. Finché un giorno, quando tutto sembrava essere tornato alla mera normalità, squilla il telefono, e sarà proprio Elio a rispondere. Era il suo Oliver, quell’Oliver con cui in intimità scambiava il suo nome, quando Elio diventava Oliver e Oliver diventava Elio. Ecco, il loro gioco. Quello scambio di nomi che era personificazione concreta di scambio di identità, perché tra loro c’era stata una “full-immersion”, un'introspezione condivisa. Tutto sembrava tornato all'estate precedente, ma poi Oliver pronunciò parole aberranti e traumatiche alle orecchie di Elio: “mi sposo, volevo solo dirtelo, e dillo anche ai tuoi.” Ma può un matrimonio infelice, in fondo, porre fine a un qualcosa di così infinito? La risposta è no. È impossibile. Infatti fu esattamente il contrario: dopo anni si incontrarono a Roma, che qualche tempo prima era stata lo scenario del loro idillio. Quando si ritrovarono, le parole non servirono e non servì neppure perdersi in mille frasi fatte, tra un discorso convenzionale e l'altro. Elio, con la freddezza di chi nutre un amore impossibile e destinato a morire per poter restare vivo nell'anima, alla fine, gli donò una cartolina con una dedica: “COR CORDIUM.” E poi lo lascia con una consapevolezza: “avevamo trovato le stelle, io e te, e questo capita una volta sola nella vita.” Aciman avvicina i protagonisti del suo romanzo all'Iperuranio per poi scaraventarli brutalmente alla realtà e, assieme a loro, fa viaggiare anche il lettore, per ricordare che ciò che è astratto, asintotico, basato solo su un'idea, resterà tale per sempre.

 
Greta Palermo