La Fuga dei cervelli, lo spopolamento, l'abbandono dei borghi, il conseguente invecchiamento della popolazione, sono argomenti trattati più volte ed analizzati in più occasioni. Anche da questa giovane testata on line abbiamo più volte rimarcato come l'abbandono dei giovani, il ritorno all'emigrazione silente e continua rappresenti un grande ostacolo per la ripresa. Una terra senza giovani è una terra senza futuro, senza speranza. Il ceto politico deve dare delle risposte, certe e veloci avviando delle politiche mirate a ridimensionare un fenomeno che non può essere più sottovalutato.
“Per la formazione nel campo delle competenze digitali abbiamo investito 8 milioni di euro anche per far fronte alla forte domanda da parte delle imprese e della pubblica amministrazione di formazione in questo settore che, siamo certi, creerà concrete opportunità di lavoro”. Lo ha detto il presidente della Regione Mario Oliverio intervenendo all’incontro informativo sullo stato di avanzamento dell'avviso "Misure di politica attiva per lo sviluppo delle competenze digitali", in apertura illustrato nel dettaglio dal dirigente generale del Dipartimento lavoro formazione e politiche sociali Roberto Cosentino.
Ieri è stato accolto l’ennesimo ricorso presentato all’Arbitro Bancario Finanziario nell’interesse di una coppia di soci della provincia di Cosenza cointestatari di 3 buoni fruttiferi postali di £.1.000.000 cadauno emessi nel febbraio del 1988. Recatisi all’ufficio postale per ottenerne il rimborso nel mese di marzo, i beneficiari scoprivano che Poste Italiane intendeva loro riconoscere l’importo di €.5.700,00 per ciascuno dei buoni. Si rivolgevano pertanto all’Unione Nazionale Consumatori Cosenza ritenendo che l’importo loro dovuto fosse superiore. In appena sei mesi dal conferimento dell’incarico i consumatori, assistiti dall’Avvocato Pierluigi Basile, hanno ottenuto quanto loro spettante e più precisamente oltre €.12.000 per un buono ed oltre €.10.000 per i restanti due.
Con l’autunno sono arrivate le prime castagne, quelle che il poeta Giovanni Pascoli chiamava “l’italico albero del pane”, perché il suo frutto, detto “il pane di montagna”, è stato a lungo alla base dell'alimentazione di gran parte della popolazione contadina anche nella nostra regione. Un frutto che si trova dal nord al sud della penisola, dove ci sono diverse varietà anche con il riconoscimento europeo. Dopo la terribile situazione castanicola calabrese flagellata, a partire dal 2009, dal temibile cinipide galligeno che ne ha quasi azzerato l’intera produzione regionale oggi lentamente grazie anche all’azione e impegno di valenti agronomi dell’ARSAC, la situazione va migliorando.