La sera del 26 febbraio 1993, in piazza San Marco a Venezia, sotto il portico del Florian camminano gli avvocati Giovanni Maria Flick, Gaetano Pecorella e, in mezzo a loro, Gianni De Michelis, stretto in un impermeabile bianco. “Guarda il delinquente!,” grida qualcuno di fianco a loro. I tre uomini non si girano e aumentano l’andatura, ma le grida si moltiplicano; bandito, buffone, venduto, onto - sporco, in dialetto - e si fanno più aggressive. De Michelis si stacca dagli avvocati e affretta il passo verso calle della Canonica, inseguito dagli insulti. Oltrepassa il ponte e corre, solo, lungo le fondamenta di Sant’Apollonia, mentre le grida sfumano dietro di lui, che fino a pochi giorni prima era uno degli uomini più importanti di Venezia, tanto da meritarsi l’appellativo di “Doge”.
Si cercava disperatamente un parcheggio fra i pochi disponibili vicino alla Piazza per stare in auto in cinque o sei per ascoltare la musica "in" del tempo, i Deep Purple, i Genesis, gli Who, i Dire Streats, Neil Young, solo per citare alcuni dei mitici gruppi degli anni settanta con la loro musica rivoluzionaria, con la loro musica anticonformista, in quel grande sogno che era quello di cambiare il mondo, di distruggere tutto, di vivere nelle libertà e di abrogare ogni limite ed ogni remora del tempo. Questa era la gioventù cosentina del tempo, questi erano i "guaglioni i Piazza Kennedy", i figli di papà di una borghesia benestante che godeva di un boom economico figlio anche di una politica che in quegli anni a Cosenza aveva un peso e che riusciva anche a "sistemare" chi vantava agganci con i Riccardo Misasi, i Florindo Antoniozzi, i Cecchino Principe, i Giacomo Mancini.
Una grande voglia di vivere, di divertirsi, le grandi comitive, i gruppi delle gite in moto, la scampagnate al mare, le corse in Sila. Questi erano i mitici anni '70 e '80, questi erano i ragazzi di Piazza Kennedy di Cosenza che ballavano alle Caravelle o al Tortuga, con la disco music che impazzava, la migliore mai prodotta in assoluto. Brani come, "You Make Me Feel (Mighty Real)" di Sylvester, Gloria Gainor con la mitica "I Will Survive", ma la canzone simbolo di quella stagione di quei ragazzi era la trascinante e indimenticabile "Love Is In The Air" di John Paul Young.
Correvano gli ultimi anni del mitico decennio degli anni '70 ed i primi anni dei mitici anni '80, gli anni dell'edonismo craxiano, della Milano da bere, del boom economico, degli yuppies, ed erano anche gli anni della Disco Music e delle discoteche. Sulla costa tirrenica in quegli anni tanti erano i locali dove si ballava la notte, dove ci si incontrava, da "Le Caravelle" al Tortuga, al Moana, all'Enfer, solo per citarne alcune. Fra queste anche "L'Onda Verde", una bellissima discoteca all'aperto incastonata in un luogo suggestivo e bellissimo.