Mio Padre Aurelio nato e vissuto per più di 20 anni in Libia, Sergente Maggiore dell’Reale Esercito Italiano si trovo traghettato all’indomani della Battaglia di El Alamein a Cosenza aggregato alla Divisione Mantova. Partecipò dopo l’8 Settembre a tutta la guerra di Liberazione e una volta congedato ritorno a Cosenza dove aveva conosciuto mia madre e cominciò a lavorare con la Famiglia Marano che nel 1947 costruì un chiosco in muratura in sostituzione di uno in lamiera preesistente e di loro proprietà in Piazza XX Settembre a Cosenza. Poi ognuno di loro prese una strada diversa Ernesto Marano industriale e poi Banchiere, Eugenio Marano uno dei più stimati commerciante all’ingrosso della Calabria e papà rimase lì con la cartoleria.
L'abbiamo "rubata" dal Web ma era giusto pubblicarla perché queste riflessioni della nostra Amica Anna De Vincenti dimostrano che ancora c'è del sentimento in noi. Grazie Anna per le emozioni che ci hai dato con queste righe...
Si cercava disperatamente un parcheggio fra i pochi disponibili vicino alla Piazza per stare in auto in cinque o sei per ascoltare la musica "in" del tempo, i Deep Purple, i Genesis, gli Who, i Dire Streats, Neil Young, solo per citare alcuni dei mitici gruppi degli anni settanta con la loro musica rivoluzionaria, con la loro musica anticonformista, in quel grande sogno che era quello di cambiare il mondo, di distruggere tutto, di vivere nelle libertà e di abrogare ogni limite ed ogni remora del tempo. Questa era la gioventù cosentina del tempo, questi erano i "guagliuni i Piazza Kennedy", i figli di papà di una borghesia benestante che godeva di un boom economico figlio anche di una politica che in quegli anni a Cosenza aveva un peso e che riusciva anche a "sistemare" chi vantava agganci con i Riccardo Misasi, i Florindo Antoniozzi, i Cecchino Principe, i Giacomo Mancini.