Alle prime luci dell’alba del 14 maggio 1986 scatta a Cosenza il blitz, che, per la prima volta in assoluto, delinea, almeno sul piano accusatorio, l’esistenza di due clan contrapposti in guerra fra loro, senza esclusione di colpi. Ben 1000 fra poliziotti e carabinieri giunti da ogni dove partecipano all’operazione. 179 i mandati di cattura da eseguire e controfirmati dal Procuratore capo del tempo, Oreste Nicastro, e da suoi tre sostituti, Mollace, Licci e Scotto Di Carlo. Di questi 52 vengono eseguiti dai carabinieri, 24 dalla polizia. Altri 56 ordini di cattura vengono notificati in carcere a detenuti per altra causa. In 47 quella notte saranno gli irreperibili, dei quali alcuni si consegnarono successivamente.
Frank Costello, vero nome Francesco Castiglia. nacque a Lauropoli, frazione di Cassano all'Ionio (provincia di Cosenza, Italia), nel 1891. Da bambino Castiglia emigrò negli Stati Uniti d'America con la madre e la sorella per unirsi al padre Luigi, che si era trasferito a New York prima di loro, e tutta la famiglia si stabilì nel quartiere di East Harlem. Fu qui che Castiglia entrò in contatto con piccole bande di microcriminalità minorile, venendo arrestato una prima volta nel 1908 per aggressione e rapina, ma fu rilasciato perché le accuse furono ritirate; nel 1912 venne nuovamente arrestato per rapina ma le accuse decaddero e tornò in libertà. Castiglia disse alla polizia di chiamarsi Frank Costello, nel tentativo di nascondere che era già stato arrestato.
La prima assemblea regionale della Calabria venne eletta nelle elezioni regionali del 7 e 8 giugno del 1970, i primi quaranta consiglieri regionali che furono chiamati ad approvare il primo statuto della Regione. I primi 40 consiglieri regionali della Calabria furono in rigoroso ordine alfabetico:
Riportiamo il bellissimo articolo pubblicato su "La Repubblica" a firma del giornalista Pantaleone Sergi il 24 febbraio 1987 che illustra il convegno/ incontro che il vecchio leone socialista, Giacomo Mancini, organizzò per esprimere il suo dissenso verso l'azione politica ed il metodo di gestione del Psi da parte di Bettino Craxi che, in quegli anni, godeva della totale unanimità all'interno del Psi. L'unica voce contraria, quella dell'indomito Giacomo Mancini, un vero "socialista inquieto" per come amava definirsi.