Con la partecipazione del presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, si è svolta una riunione con il Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, alla quale erano presenti i dirigenti dell’Ente, il medico competente, i delegati Rspp, Rls, Rsu. Inoltre, il presidente Iacucci ha annunciato che darà il via libera ai test sierologici per la rilevazione di eventuali anticorpi diretti contro Sars-CoV-2. “Uno screening rivolto ai dipendenti in modo tale da garantire maggiore sicurezza sul lavoro e avere un quadro più definito dello stato di salute. Un investimento non da poco ma necessario. Con grande soddisfazione – ha affermato il presidente Franco Iacucci - devo dire che le attività dei settori del nostro Ente non si sono mai fermate, abbiamo continuato a lavorare, in un sistema di sicurezza, continuando a garantire l’erogazione dei servizi e le funzioni istituzionali della Provincia. Siamo una delle prime Province in Italia ad adottare i test sierologici. Non abbiamo avuto alcuna notizia sulle strategie che intende adottare la Regione e, purtroppo, anche se più volte chiesto come sistema delle autonomie locali, non siamo stati coinvolti nella fase 1 e continuiamo a non essere coinvolti nella fase 2. Cosa che invece è avvenuta in tutte le altre Regioni d’Italia. La sfida si vince solo con il coinvolgimento e la solidarietà di tutte le istituzioni, mentre la Regione continua ad operare in solitaria. Oggi credo sia fondamentale, soprattutto in una regione che ha avuto una minore diffusione del virus, monitorare i contagi. Questi test sono considerati anche dal Ministero della Salute uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità, nonostante non possano essere considerati sostitutivi al test molecolare. Al di là dei test sierologici, il Protocollo approvato ieri è la dimostrazione del lavoro no-stop del Comitato di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il Protocollo definisce nel dettaglio le misure di prevenzione e sicurezza da attuare negli ambienti di lavoro degli uffici della Provincia di Cosenza, finalizzate al contenimento della diffusione del fenomeno correlato alla pandemia da COVID-19”. Ciascun dipendente, prima di effettuare le procedure di ingresso, dovrà ritirare i DPI (mascherine e guanti – quantità necessaria per una settimana lavorativa) nei punti di distribuzione che saranno localizzati alle portinerie dei due Palazzi. Misure adottate, ovviamente, a seconda delle mansioni e delle attività da svolgere. Ingressi e uscite scaglionati, riunioni tra colleghi solo in caso di urgenza ma seguendo rigide misure, regole precise sull’utilizzo dei mezzi dell’Ente. Nel Protocollo si riportano le linee guida e le disposizioni di riferimento alle quali dovranno uniformarsi tutte le articolazioni organizzative dell’Ente, in considerazione della necessità di evitare situazioni di pregiudizio per la sicurezza dei lavoratori. “Dall’ingresso in sede con la misurazione della temperatura tramite termoscanner alla consegna dei dispositivi di protezione individuale, dalle modalità di accesso al personale esterno fino alla pulizia e sanificazione dei luoghi lavoro. Nel Protocollo, redatto in applicazione di quello sottoscritto tra Governo e parti sociali il 24 aprile 2020, troviamo – ha spiegato Franco Iacucci - le linee guida e le prescrizioni da rispettare per lo svolgimento dell’attività lavorativa in condizioni di sicurezza. Ovviamente, ove possibile, verrà prediletta, ancora l’attività di smart working, così come previsto nel Dpcm del 26 aprile 2020. Come Provincia, prendiamo tutte le precauzioni possibili, ma abbiamo il dovere e l’obbligo di contribuire a far ripartire il Paese, partendo dai tanti investimenti e dai lavori che possiamo mettere in campo. Voglio ringraziare tutti i dipendenti della Provincia per il grande spirito di collaborazione e per l’impegno dimostrato in questa difficile fase di emergenza”.
Redazione
L’emergenza sanitaria in corso ha stravolto la vita di ogni singolo italiano, modificando radicalmente tutte le abitudini e gli stili di vita. Una situazione in cui aumenta, giorno dopo giorno, la distanza tra cittadini e istituzioni. A detta di Nicola Caruso, delegato regionale di Gioventù Nazionale Calabria, e Mario Russo, esponente di Gioventù Nazionale Cosenza, gli Studenti universitari sono tra le categorie che più soffrono questo silenzio istituzionale. “Il Ministro Manfredi non ha un volto per la stragrande maggioranza degli universitari italiani – si legge nella nota stampa – ed il suo silenzio, interrotto dalla sola comunicazione di chiusura fatta da Conte, risulta assordante per le 96 Comunità Accademiche dello stivale, nelle mani delle scelte differenziate da Ateneo ad Ateneo e della capacità e volontà dei Rettori di assumersi responsabilità che non dovrebbero essere rimesse a loro”. “Gli Studenti universitari hanno assistito alla chiusura delle biblioteche, delle mense, degli alloggi universitari, dei laboratori e dei centri sportivi – scrivono ancora Caruso e Russo - senza tener conto dei gravi disagi causati alla didattica, non sempre erogata nel migliore dei modi in tutti i 96 Atenei italiani”. “Altra questione cruciale è lo stop dei tirocini – si legge tra le dichiarazioni dei giovani meloniani - che potrebbe causare ritardi irrecuperabili nel conseguimento del titolo per tanti studenti universitari italiani”. Gioventù Nazionale evidenzia anche che solo regioni come Calabria, Sicilia, Lombardia e Abruzzo, con proprie risorse hanno inteso sostenere quantomeno gli Studenti fuorisede. “Tutte regioni governate dal centrodestra – viene sottolineato – mentre, nella vicina Puglia governata dal PD di Emiliano, lo stesso emendamento viene bocciato, a riprova della distanza atavica tra la sinistra e gli Studenti”.“Il Governo Conte accenda i riflettori anche sulla tragica situazione in cui ha lasciato l’Università – si legge in conclusione – e, se non può più rimediare all’assenza di questi mesi, aumenti la dotazione del Fondo Integrativo Statale nella misura necessaria a consentire la decurtazione del 50% dell’ultima rata delle tasse universitarie”. “Per questo abbiamo chiesto all’On. Wanda Ferro, Deputato di Fratelli d’Italia, di portare alla Camera la nostra proposta – concludono Caruso e Russo – e chiediamo a Fabio Roscani, Presidente Nazionale di Gioventù Nazionale, e Pasquale Oronzio, Coordinatore Nazionale di Azione Universitaria, di portare avanti questa battaglia con tutti i nostri coordinamenti regionali e in tutti gli Atenei italiani”. Arriva dunque dalla Regione Calabria, sede dell’Unical, dell’Università Mediterranea e dell’UMG, l’appello rivolto al Governo Conte per sostenere le famiglie degli Universitari e continuare a garantire il Diritto allo Studio.
Redazione