23 novembre 2014, i calabresi votarono per Mario Oliverio
- font size decrease font size increase font size

Sono trascorsi tre anni da quando il 23 novembre 2014 i calabresi nelle urne votarono per Mario Oliverio a Governatore della Calabria. Sono trascorsi tre anni ed in Calabria non è cambiato nulla. La sanità era ed è ancora il pomo della discordia con un Mario Oliverio pronto a barcamenarsi in azioni a dir poco ridicole annunciando addirittura di essere pronto ad incatenarsi dinanzi a Palazzo Chigi contro il Governo che è poi gestito dal suo stesso partito se non si porrà fine al commissariamento. Una giunta regionale monca e sbiadita con l'assessore alle attività produttive, la Barbalace, dimessa nel mese di luglio ed ancora non sostituita con un Governatore che detiene per se stesso decine e decine di deleghe.
Fra le quali anche quella del turismo e dell'agricoltura. Un consiglio regionale che non conta nulla di nulla, che è il consiglio che si riunisce di meno in Italia e che produce di meno e che per tale motivo è stato protagonista di diversi articoli denigratori su riviste e giornali nazionali. Una gestione autoritaria dove Mario Oliverio ha accentrato nelle sua mani di tutto e di più e dove il suo cerchio magico di adulatori e lecchini comandano tutto e nell'ambito della elefantiaca cittadella regionale determinano il bello e cattivo tempo. Non si è potuto almeno sinora osservare alcun cambiamento, alcuna nota positiva in questi tre anni completamente improduttivi nonostante siano coincisi con tre anni di governo a guida Pd, quindi dello stesso colore.
Nessuna iniziativa degna di nota, nessun segnale di concreto cambiamento. Il nulla più assoluto. I calabresi oramai consapevoli che la gestione Oliverio rappresenti la pagina più nera di tutta la storia del regionalismo calabrese dal 1970 ad oggi sono arrivati finanche a rimpiangere ex Presidenti come Agazio Loiero e Giuseppe Scopelliti. Impresa ardua e difficilissima nella quale Olverio è riuscito perfettamente. Ma quello che è veramente incredibile è come il consiglio regionale non abbia mai avuto un ruolo di inerzia e di nullismo come in questa legislatura. e non sono pochi i mugugni e le insoddisfazioni di tanti e tanti consiglieri regionali che non hanno il coraggio di esternarlo pubblicamente ma che non perdono occasione per lanciare privatamente e con gli amici strali e critiche dinanzi ad una situazione di totale appiattimento. Anche se inizia comunque anche in consiglio regionale qualche smottamento con consiglieri eletti nella maggioranza di Mario Oliverio nel 2013 e pronti ad approdare in altri lidi.
Tre anni sono tanti e non aver prodotto nulla rappresenta un danno per i calabresi e per la Calabria. Difficilmente nei due anni che rimangono si potrà sovvertire la tendenza. Ancora una volta i calabresi dovranno attendere la fine della legislatura per cambiare ancora una volta. E per come accade da anni le legislature si alternano, centrodestra e poi centrosinistra e poi centrodestra e così via con la costante che la Calabria è stata, è e sarà sempre l'ultima regione d'Italia fino a quando i calabresi non manderanno a casa i professionisti della politica che sono responsabili del degrado. Ma questo è un sogno, una vera utopia e la realtà sarà sempre quella del tutto cambia e nulla cambia come diceva Tomaso di Lampedusa nel suo bellissimo "Il Gattopardo" e del gattopardismo i calabresi sono maestri insuperabili.
Gianfranco Bonofiglio
